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Presunto diplomificio a Secondigliano, sul caso indaga la Procura

Secondo alcune denunce, chi gestisce la scuola farebbe ottenere ai ragazzi una domiciliazione fittizia a Melito per poter svolgere l'esame presso la sede di Napoli. Con 5mila euro gli studenti si garantirebbero la maturità

È polemica intorno ad un istituto paritario di Secondigliano, già diffidato, sul quale sta indagando la Procura di Napoli. L'ipotesi – visto il boom dei maturandi – è che nasconda un "diplomificio". Ieri il consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli ha presentato un esposto in procura al riguardo, esposto che segnala anche altre situazioni potenzialmente analoghe in città.

Secondo alcune denunce, chi gestisce la scuola farebbe ottenere ai ragazzi una domiciliazione fittizia a Melito per poter svolgere l'esame presso la sede di Napoli. Così, con poco più di 5mila euro, gli studenti si garantirebbero la maturità senza fatica. Gli studenti all'esterno della scuola negano, ma allo stesso tempo vengono da ogni parte d'Italia e ammettono che l'istituto in questione sia "famoso". "Altrove non si passa – spiega qualcuno – qui sì".

Il direttore non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali ma nominato un avvocato, ed un episodio ha suscitato la dura denuncia di Ottavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania: "Quattro colleghi sono stati aggrediti in situazioni diverse perché cercavano di documentare il caso del presunto “diplomificio” di Secondigliano".

L’Ufficio scolastico regionale intanto, attraverso la direttrice generale Luisa Franzese, spiega: "Avevamo già inviato gli atti in Procura. Per fare una politica di contrasto bisogna essere costanti, e i nostri ispettori lo sono stati. Questo percorso inizia nel 2015". La scuola di Secondigliano è stata sotto osservazione "per tre mesi", "con visite continue". "Alla fine, viste le varie cose che non andavano e la frequenza molto bassa degli alunni – prosegue Franzese – ho diffidato la scuola a non ammettere gli assenti: per il 90 per cento degli iscritti non c’era la percentuale richiesta per l’ammissione all’esame. Ma la decisione spetta al consiglio di classe, che li ha ammessi".

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